Il cannibale Facebook e l’esodo dal Web

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Facebook sta cannibalizzando Internet, quanto meno la parte di Web utilizzata dagli utenti che navigano in maniera più superficiale. La capacità che il Social network ha di “sintetizzare” l’universo concettuale della rete in una sola pagina semplice da usare, sta, progressivamente rinchiudendo molti utenti dentro i suoi confini blu. Il risultato è che si naviga sempre meno. La prova di questo, a parte i numeri “stellari” di Facebook, sta in altri due dati. Il primo è quello che indica in media, una percentuale compresa fra il 10 e il 15% del traffico ricevuto dai siti, di qualsiasi tipo, come proveniente da Facebook, ovvero dai click, convogliati attraverso la condivisione sui profili personali degli utenti del network, su contenuti pubblicati da altri siti. Il Social network sta diventando una fonte primaria di traffico per i siti, più dei classici motori di ricerca. Nel febbraio del 2010 l’edizione online del San Francisco Chronicle ha riportato i dati di Compete Inc. , società che si occupa di Web analytics, secondo i cui studi i principali portali mondiali (colossi del calibro di Yahoo, MSN e AOL) nel mese di dicembre 2009 hanno registrato che il 13% del traffico è stato generato da Facebook, mentre quello da Google si è attestato intorno al 7%.

A questo si aggiunge un altro dato, segnalato recentemente da Maurizio Lupi sul suo blog (Più traffico su Facebook che sul sito per il 40% delle aziende Fortune 100) che mostra quanto i profili istituzionali macinino più traffico di quanto non faccia il sito istituzionale.

In buona sostanza Facebook si sta trasformando sempre più in un universo digitale autosufficiente, pienamente soddisfacente per gli utenti, che sono sempre meno portati a navigare il Web e che, quando lo fanno, ci arrivano sempre da Facebook, per poi tornarci velocemente. Un dato importante, che apre scenari inediti anche per chi fa media relations e PR sul Web, che deve quindi imparare a misurarsi sempre di più con le dinamiche sociali interne a facebook, alle sue Reti di relazioni, ai suoi influencer, sempre più in grado di influenzare gli utenti e di indirizzarne finanche i percorsi di navigazione.

E’ indiscutibile, infatti, che un commento e un contenuto condiviso da un influencer hanno sicuramente un “peso” maggiore per la sua rete di contatti. Se poi questa Rete si concentra in un ambiente chiuso e sempre più autoreferenziale, il ruolo dell’influencer si amplifica e con esso la sua importanza per chi faccia media relations online, che dovrà sempre più imparare ad entrarci in relazione e a interfacciarsi con lui.