La deriva visuale del Web e la fine dell’impero del testo

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Ieri sera Stefano Chiarazzo aka >pubblicodelirio, bravissimo collega, ha, con l’eleganza e l’affetto del caro amico, criticato il mio modo di scrivere i post. “Scrivi troppo, con poco spazio fra i blocchi di testo e non usi i neri”. “Accidenti – ho pensato – queste cose le insegno e poi non le metto in pratica”. Colpito nel vivo, cercherò di rimediare sin da questo post.

Ma il bonario rimbrotto di Stefano mi ha fatto riflettere su un aspetto, che sto trattando anche nel corso della stesura del mio secondo libro, ovvero la “deriva visuale” del Web. Che sui monitor si legga con più fatica (25% il deficit di attenzione rispetto alla carta stampata) è cosa nota ma, soprattutto negli ultimi tempi, basta scorrere le statistiche sulle tipologie dei contenuti più “visti”, più condivisi, commentati e postati per rendersi conto che il Web è sempre più virato verso video e immagini. Sono i video e le foto a diventare virali, a macinare tassi di condivisione stellari e, di conseguenza, a “invadere” le pagine dei siti e dei blog.

Qual è il problema, dirà qualcuno. C’è, dico io, se lo vogliamo definire così, e risiede nella modalità di fruizione di un contenuto video o fotografico. Ovviamente.