Questo studio conferma di fatto due cose. La prima è il ruolo di “produttore primario delle notizie” che hanno i siti d’informazione, mainstream o meno, la seconda è la estrema velocità di propagazione di una notizia sulla Rete. Secondo i dati di YahooLabs, a fronte di 100mila notizie ci sono state 40 milioni di reazioni da parte degli internauti. Un rapporto pari a 1/400, che conferma l’enorme potenza di diffusione di una notizia tramite le dinamiche virali della Rete.
L’altro elemento importante, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti di crisis management, è che una notizia “non alimentata”, in genere, muore in 24 ore. Poniamo un caso di crisi. Una notizia critica esce su un sito mainstream o su uno autorevole all’interno di un cluster. nelle more dell’intervento dell’ufficio stampa dell’iorganizzazione coinvolta, questa si diffonde sulle piattaforme sociali. In questo caso, non essendo riusciti a bloccare la crisi sul nascere, la priorità risulta, evidentemente, evitare che i media online ci ritornino sopra, per evitare che la stessa notizia, approfondita o arricchita da altri dettagli, abbia un nuovo ciclo di vita di 24 ore. L’intervento delle online media relations per smorzare o disinnescare una notizia, che riesca nel suo intento, ha ottime possibilità di limitare la diffusione di una notizia potenzialmente critica e impedire che si sedimenti nella memoria del cluster di riferimento.