Definire “d’elite” un social network è un controsenso in termini, eppure, secondo l’indagine compiuta dalla Cornell University e da Yahoo! Research twitter lo si potrebbe definire proprio così. Secondo l’indagine, infatti, nonostante ci siano oltre 200 milioni di iscritti, a fare oltre il 50% del traffico sono solo lo 0,05% degli utenti. In sostanza a twittare sono sempre gli stessi e, per la maggior parte dei casi, persone famose.
Fra gli autori più prolifici, oltre alle star dello showbiz, ci sono i blogger, già attivi su altre piattaforme, i quali sono anche quelli che più facilmente fanno retweet, ossia ripubblicazione di tweet altrui.
Twitter è, quindi, sempre più una fonte d’informazione uno-a-molti e sempre meno uno strumento social. Utilizzato sempre di più come piattaforma distributiva di news che non come strumento d’interazione.
Da questo punto di vista il suo ruolo ha un valore indiscutibile, basti pensare a quanto si siano diffusi gli appelli alla rivolta nel Maghreb tramite i 140 caratteri e a quanti giornalisti ottengano notizie da fonti accreditate via twitter.
Per chi fa media relations online twitter può rappresentare più uno strumento di contatto diretto con i propri stakeholders, trasformati in followers, che una vera e propria piattaforma sociale, più uno strumento di marketing che di vera relazione.