Social Network: rischi e benefici

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La puntata di Report sui Social Network ha scatenato diverse reazioni. Per chi si occupa di OLMR a livello professionale la maggior parte di queste reazioni sono abbastanza inutili (come contenuti) ma non vanno sottovalutate (come comportamenti). Le polemiche seguite al programma mi hanno indotto a ritornare su un testo che vi segnalo, un libro bianco dell’ISACA, pubblicato nel 2010, dal titolo Social Media: Business Benefits and Security, Governance and Assurance Perspectives. Sette paginette che, col pragmatismo che contraddistingue l’America che mi piace, ripercorrono i punti da tenere presente per valutare e pianificare le attività di comunicazione aziendale sui Social Network (il libro parla dei Social Media, un insieme più ampio dei social network ma per i nostri fini possiamo considerarli sinonimi).

Si parte da un assunto che non si può ignorare: delle 100 aziende presenti nella classifica di Fortune, 65 hanno un account su Twitter, 54 una pagina su Facebook, 50 un canale su Youtube e 33 un proprio blog aziendale (fonte uno studio della Burson-Marsteller citato nel libro bianco). Punto.

Questo è il fatto, questo il dato.

Ora dividiamo il mondo in due, da una parte quelli che dimostrano l’irrisolvibilità dei problemi astratti e dall’altra quelli che gestiscono i problemi reali, collochiamoci comodamente in questo secondo e sparuto gruppo e vediamo insieme questo libro bianco.

Chiaramente, come ogni strumento, anche queste nuove applicazioni di rete hanno i loro rischi connessi a problemi di reputazione, diffamazione dati riservati e sensibili. Tali rischi sono ben noti in quanto collegati da un lato alla comunicazione su canali broadcast e dall’altro ai protocolli utilizzati su Internet, tali rischi sono pertanto un sostrato condiviso con tutte le applicazioni che prevedono la trasmissione di dati attraverso la rete pubblica di Internet e con tutti i nodi di rete che pubblicano notizie accessibili al pubblico, di cui i social media sono un sottoinsieme particolare: le notizia sono scritte e gestite direttamente dalle persone che si iscrivono al sistema per sfruttarne i servizi (la definizione è tratta dal libro bianco).

Quanto agli obiettivi che, secondo il Report 2009 di ENGAGEMENT,  spingono le aziende ad utilizzare i social
media, troviamo:
• migliorare la visibilità del marchio
• aumentare le vendite
• migliorare il posizionamento dei loro contenuti sui motori di ricerca
• monitorare il grado di soddisfazione dei clienti

Tutti obiettivi perseguibili, se si sanno analizzare, individuare e gestire i rischi connessi all’utilizzo dei social media per queste finalità e per gestirli la via maestra è la formazione del personale, su cosa fare e non fare. Il libro bianco ISACA presenta due utili tabelle per mappare i rischi connessi all’utilizzo dei social media in ambito aziendale, vi rinvio al citato documento (pp.7-8) consigliandovi di non saltare l’esame di queste tabelle prima di affrontare i due successivi paragrafi sui sistemi di governo aziendali e sull’impatto che i social media possono avere in termini di assetto organizzativo.

La conclusione è ovvia, ma non banale: per sfruttare le potenzialità offerte dai social media bisogna avere una strategia chiara e definita, che consideri rischi ed opportunità.