La comunicazione relazionale, se ne parla a Milano

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Assorel organizza, nell’ambito della “Settimana della comunicazione”, una tavola rotonda interessante e, a mio parere, coraggiosa. “Il valore della relazione nella nuova comunicazione” è il titolo di questo incontro che vede, come relatori il country director di Google,  Stefano Maruzzi, il capo di Gabinetto del Sindaco di Milano, Maurizio Baruffi, il presidente di Assolombarda, Alberto Meomartini, il fondatore di First Online, Ernesto Auci, il capo delle Relazioni esterne di Alitalia, Clemente Senni e il sottoscritto, in qualità di giornalista esperto di Digital PR e autore del libro “Online media relations”.

Una tavola rotonda coraggiosa perché affronta un tema che si sta solo recentemente affermando ovvero quello della relazione come forma di coinvolgimento e partecipazione del cittadino-consumatore ma, aggiungo io, come nuovo paradigma di comunicazione sulla Rete.

Il web, infatti, è costruito sul concetto di relazione. Jon Postel nel 1981, considerato il vero padre fondatore di Internet, postulò la legge che porta il suo nome e che descrive il “funzionamento sociale” della Rete: “Sii prudente in quello che fai, sii liberale in quello che accetti dagli altri”(“be conservative in what you do, be liberal in what you accept from others”). Interpretata in chiave sociologica, questa legge stabilisce che in Rete è necessario essere “prudenti” e quindi rigorosi, rispettosi, esatti e precisi per quel che riguarda ciò che in Rete si propone agli altri. Mentre bisogna essere “liberali” ovvero favorire e rispettare la libertà di pensiero e d’iniziativa altrui nell’atto di ricevere. In sostanza Postel postulò che la Rete è un ecosistema sociale il cui motore è la comunicazione basata sullo scambio, sull’apporto di valore da parte di ognuno, sull’interazione, sull’ascolto, sul rispetto dell’altro, sulla relazione, quindi. Chi entra e comunica in Rete si assume una responsabilità per ciò che dice o fa ma anche una responsabilità verso l’altro, ovvero l’impegno a interagire, ad ascoltare, a condividere. E cos’è questo se non il fondamento di una relazione?
Partendo dalla legge di Postel e dalla semplice comprensione delle dinamiche della Rete è facile concludere che sul Web tutto è relazione e chiunque sia o voglia essere in Rete, deve entrare in relazione con i propri stakholders, col proprio pubblico ma, migliore definizione, con la propria community. In effetti il web non è altro che una concatenazione infinita di community che si aggregano intorno ad interessi, esigenze, bisogni, forme di creatività e d’espressione.

Questo cambia tutto. Cambia la comunicazione politica, cambia quella commerciale, travolge i fondamenti del marketing (che appunto passano dal concetto di target a quello di community) e cambia anche quello delle media relations, che si trovano ad affrontare nuovi interlocutori ovvero quelli che, nelle community, acquisiscono autorevolezza e riescono a influenzare gli altri “abitanti” la comunità.
Di questo e di molto altro parlerò e parleremo, con i miei illustri colleghi di tavolo, a Milano e poi discuteremo di ciò che è emerso dal dibattito su questo sito.